Polonia
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Il Museo dell'ex campo di sterminio tedesco di Kulmhof a Chełmno su Ner, in Polonia, commemora il sito del campo di sterminio di Chelmno, noto anche come Kulmhof in tedesco.
Fondato nel dicembre 1941, Chelmno fu il primo dei campi di sterminio nazisti e il prototipo dei successivi campi di Belzec, Sobibor e Treblinka. Fu utilizzato principalmente per l'omicidio di massa degli ebrei del ghetto di Lodz e delle aree circostanti.
Il campo era composto da due sezioni: il campo della casa padronale (Schlosslager) a Chelmno e il campo della foresta (Waldlager) a circa 2,5 miglia di distanza. Le vittime venivano inizialmente uccise in furgoni a gas, un metodo che in seguito sarebbe stato sostituito da camere a gas fisse in altri campi. A Chelmno, agli ebrei fu detto che sarebbero stati trasportati per il reinsediamento, ma furono invece condotti al campo forestale, dove furono gassati nei furgoni. I loro corpi venivano poi sepolti in fosse comuni o successivamente bruciati in crematori all'aperto.
Si stima che 172.000 persone siano state uccise a Chelmno tra il dicembre 1941 e il marzo 1943, e durante un breve periodo di ripresa delle operazioni nel giugno/luglio 1944. Tra le vittime c'erano ebrei del distretto di Wartheland, del ghetto di Lodz e di altre aree, oltre a diverse centinaia di polacchi e prigionieri di guerra sovietici. Anche molti dei Rom deportati dall'Austria al ghetto di Lodz furono tra le prime vittime di Chelmno.
Nel tentativo di nascondere le prove dell'omicidio di massa, le SS avviarono l'Operazione 1005 nel settembre 1944, costringendo i prigionieri ebrei a riesumare e cremare i cadaveri delle fosse comuni. Il campo fu abbandonato il 17 gennaio 1945, all'avvicinarsi dell'esercito sovietico.
Oggi il sito comprende un museo ospitato nell'ex casa padronale, con mostre che illustrano la storia del campo, la vita delle vittime e il processo di sterminio. L'area del campo forestale, dove avvennero le uccisioni, è segnata da una lapide commemorativa e da un percorso didattico che conduce i visitatori attraverso la storia del campo.