Il 22 gennaio 1944 le forze alleate sbarcarono ad Anzio (Operazione Shingle), 62 km a Sud di Roma. L’invasione aveva l’obiettivo di aggirare le difese tedesche sulla Linea Gustav e favorire l’avanzata verso Roma. Le forze di invasione dell’Operazione Shingle consistevano in 40.000 soldati e 5.000 veicoli sotto il comando del Maggiore Generale Americano John P. Lucas. Il suo esercito sbarcò in tre punti diversi: le forze britanniche a 9.7 km a Nord di Anzio (Peter Beach), le forze americane del Nord-Ovest attaccarono il porto di Anzio (Yellow Beach), mentre quelle del Sud-Ovest sbarcarono vicino a Nettuno, a circa 10 km ad Est di Anzio (X-Ray Beach). Il Generale Lucas non fece muovere le truppe immediatamente verso l’interno, al contrario decise di consolidare le proprie posizioni; ciò permise alle forze tedesche di organizzare le proprie difese e di occupare le colline circostanti, da cui l’artiglieria tedesca poteva avere una chiara visione di tutte le posizioni alleate. Per molte settimane, una pioggia di proiettili cadde sulla testa di ponte alleata e sul porto di Anzio. Churchill commentò: “Avevo sperato di lanciare sulla riva un gatto selvatico, invece ci siamo ritrovati con una balena arenata”. Il 22 febbraio Lucas fu sostituito dal Generale Truscott. Entrambe le fazioni aumentarono le loro forze in maniera considerevole. Anche alcune truppe italiane fedeli all’Asse furono schierate dall’esercito tedesco. Nonostante gli sforzi, le truppe dell’Asse non furono capaci di respingere il nemico verso il mare, né le truppe alleate riuscirono a penetrare nell’entroterra. Lo stallo ad Anzio terminò il 18 maggio, quando gli Alleati riuscirono a rompere le difese tedesche a Montecassino.