La sera del 6 giugno 1944, le forze alleate erano riuscite a stabilire una testa di ponte in Normandia. Nonostante l’operazione avesse avuto successo, cogliendo l’Alto comando tedesco di sorpresa, la vittoria finale era ben lungi dall’essere raggiunta, in quanto i tedeschi stavano facendo affluire rinforzi sulle zone di sbarco. Per rinforzare le esauste truppe impiegate per sfondare il Vallo Atlantico, gli alleati pianificarono la costruzione di un porto artificiale ad Arromanches, denominato Mulberry, e la cattura delle strutture portuali di Cherbourg. Grazie anche al raggiungimento della supremazia area, gli Alleati riuscirono a sfondare le linee difensive tedesche a ovest di Saint–Lo il 25 luglio 1944, dopo violenti scontri avvenuti su un terreno misto tra prato, bosco e terreno agricolo o da pascolo, con la presenza di strade tortuose e altri sentieri sterrati, tutti delimitati da siepi e staccionate (denominati bocage). La battaglia di Normandia si concluse con l’accerchiamento delle truppe tedesche nella sacca di Falaise–Argentan tra il 19 e il 22 agosto 1944 e la rapida ritirata delle rimanenti truppe sul lato orientale della Senna. In tal modo, gli Alleati si aprirono la strada su Parigi e verso la liberazione della Francia e del Belgio. I cimiteri militari istituiti in Normandia sono la principale testimonianza dell’immane prezzo pagato per la liberazione dell’Europa. 80.000 soldati riposano in Normandia e quasi 20.000 civili furono uccisi a causa della guerra.