Italia
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Gino Lombardi è stato il primo e più famoso partigiano della Versilia. Proveniente da una famiglia antifascista, esperto nell’uso delle armi, fondò la banda dei Cacciatori delle Alpi Apuane, sfuggì a diverse puntate dei fascisti e cadde in combattimento a Sarzana.
Gino Lombardi nacque a Querceta di Seravezza nel 1920.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, venne mobilitato e mandato a Rodi. Rientrato a Pisa nel 1943 fu assegnato all’aeroporto di San Giusrto. Dopo i bombardamenti del 31 agosto sfollò a Ruosina, portandosi dietro la sua famiglia e quella della fidanzata Margherita Cervelli.
Con il padre e l’amico Piero Consani organizzò in località La Porta la prima banda partigiana della zona, cui diede il nome di "Cacciatori delle Alpi Apuane".
Tra le prime azioni ci furono la sottrazione di un ciclostile dal Comune di Stazzema e la distribuzione di farina di castagne dell’ammasso di Farnocchia.
Il 18 febbraio i fascisti di Forte dei Marmi cercarono di sorprendere Lombardi nella casa di Ruosina, ma Gino si salvò rocambolescamente.
Il 23 marzo i nazifascisti avviarono un vasto rastrellamento con lo scopo di interrompere le azioni dei "Cacciatori delle Apuane". Ma questi, forti della collaborazione della popolazione locale, vennero avvertiti per tempo e riuscirono a sganciarsi.I fascisti allora bruciarono la casa di Lombardi e tutti i suoi familiari vennero arrestati e imprigionati.
Il 17 aprile del 1944 i "Cacciatori" furono di nuovo attaccati dai fascisti, sul Monte Gabberi. Dopo questo scontro, Lombardi pensò di spostare i suoi partigiani nell'Alta Lunigiana e si diresse verso Equi Terme con due compagni per un sopralluogo. Fermati per una delazione a Sarzana, i tre ingaggiarono combattimento e Lombardi cadde colpito a morte.
Nel luglio del 1944 le formazioni operanti sui monti della Versilia assunsero il nome di X Brigata Garibaldi bis "Gino Lombardi".
Una lapide ricorda oggi Lombardi a Farnocchia di Stazzema; un'altra in ricordo suo e di Consani è stata collocata nel 2005 a Sarzana. A Ruosina si trovano la tomba di famiglia e il monumento ai partigiani caduti.